INTELLIGENZA EMOTIVA E LAVORO

Intelligenza Emotiva e Lavoro - Francesco Giallorenzo

L’intelligenza emotiva è la capacità di rendere le relazioni interpersonali funzionali agli obiettivi di tutte le parti in causa, grazie alla comprensione di ciò che fa “star bene” e “star male” noi e i nostri interlocutori. Avere un buon livello di intelligenza emotiva ci rende più efficaci in tutte quelle attività in cui gli aspetti relazionali tra una o più persone sono determinanti.
Ad esempio quando si collabora, ci si relaziona con il proprio superiore o si devono coordinare i collaboratori. E’ importante anche in quei momenti dove emozioni negative possono creare problemi come in situazioni di forte pressione, stress o estrema competitività. Essere intelligenti da un punto di vista emotivo vuol dire comprendere meglio le dinamiche interpersonali e mettere in atto dei comportamenti che impattino positivamente sulle relazioni e sulla produttività aziendale.

Le emozioni a lavoro


In ogni interazione gli aspetti emotivi giocano un ruolo determinante: le emozioni comunicano, molto di più di quanto detto verbalmente, ed influiscono nel modo in ci poniamo con gli altri e, di riflesso, sul modo in cui le persone reagiscono ai nostri comportamenti. Costruire relazioni che facilitino gli obiettivi aziendali può dipendere dalle abilità sociali e dalla capacità di controllare i segnali che diamo e la capacità di sintonizzarsi emotivamente.

Le emozioni, quando in controllate e prorompenti non fanno ragionare in modo lucido e il rischio è quello di porsi in modo sbagliato. Influiscono sulle capacità di ragionamento, riducendo la flessibilità mentale oppure espandendo le possibilità di ragionamento.

Entrano in gioco anche nei processi decisionali. Inoltre, le emozioni sono importanti perché sono il motore o il freno alle nostre azioni; se qualcosa ci piace, ci creerà un’emozione positiva motivandoci. Ciò che invece ci dà sensazioni negative è destinato a demotivarci. In fine, il proprio stile relazionale è uno dei criteri valutati nelle fasi di selezione del personale quando si cerca lavoro.

Come aumentare la propria intelligenza emotiva


Per migliorare la propria intelligenza emotiva è importante potenziare la propria capacità di percepire e interpretare correttamente le situazioni sociali e organizzative. Si deve mettere a fuoco il proprio modo di agire (e reagire) e gli effetti che le nostre azioni generano negli interlocutori. Fondamentale anche sapere leggere i segnali emotivi che le altre persone ci mandano.

Un analisi, ed una maggiore comprensione, del proprie reazioni e quelle delle persone con le quali si interagisce, permettere di agire in modo consapevole ed efficace rispetto gli obiettivi personali e professionali.

Il servizio che offro


Per potenziare le proprie abilità relazionali si può partire da una situazione critica oppure da un forte desiderio di eccellere in ambito professionale. In entrambi i casi, il primo passaggio è identificare la situazione o l’ambito in cui si vuole migliorare.
Situazioni risolvibili o migliorabili con un training sull’intelligenza emotiva possono essere: performance interpersonali non pienamente soddisfacenti riscontrate più volte nel tempo, la sensazione di non incidere in ambito professionale, una situazione critica molto specifica con colleghi, il proprio superiore o con i collaboratori.

Il primo obiettivo è quello di analizzare la situazione nei suoi aspetti emotivi e psicologici. Attraverso un primo colloquio è possibile chiarificare gli elementi in gioco e iniziare a identificare approcci e modalità relazionali più efficaci. Attraverso una serie di colloqui successivi è possibile consolidare la consapevolezza del proprio stile relazionale, la modalità di comportamento delle persone con le quali si lavora e come comportarsi.

Ecco come ti posso aiutare con un training sull'intelligenza emotiva

Ti aiuto a risolvere situazioni interpersonali critiche e a potenziare la capacità di rendere le relazioni interpersonali funzionali ai tuoi obiettivi per essere più efficace e acquisire maggiori spazi di autonomia e responsabilità al lavoro.

Ti supporto nella risoluzione di rapporti professionali critici o poco performanti attraverso il potenziamento delle abilità di comprensione di situazioni sociali e organizzative e l’implementazione di approcci relazionali più incisivi rispetto gli obiettivi personali e aziendali.

Ti supporto nel tuo sviluppo professionale attraverso il potenziamento delle abilità interpersonali e la risoluzione di rapporti lavorativi in situazione di stallo.

Ti aiuto ad acquisire uno stile relazionale più efficace attraverso il controllo e la comprensione dei segnali emotivi impliciti e potenziamo l’autocontrollo personale e l’abilità di sintonizzarsi con le altre persone.

Ti aiuto a potenziare la capacità di comprensione delle situazioni sociali e organizzative e ti supporto nel mettere a fuoco le tue modalità di reazione e approccio e gli effetti che questi generano negli interlocutori. Identifichiamo e implementiamo nuovi approcci relazionali in funzione dei tuoi specifici obiettivi.

Ecco alcune testimonianze

  • Rapporto con il capo -  Mi è capitato seguire un ingegnere di 27 anni da poco inserito in una società IT che mi contatta per alcune difficoltà con il suo superiore. Non si sente ascoltato, avrebbe bisogno di maggiore supporto; informazioni e confronto. Ma gli incontri con il suo manager si traducono spesso in piccoli scontri dove ognuno si impunta. Lo aiuto a comprendere meglio le aspettative del suo superiore (che si aspetta da parte sua maggiore autonomia) e lo aiuto a rinforzare la sua capacità di “saper prendere” il manager, limando il suo approccio che, in parte, disconferma il ruolo del superiore, in parte, è troppo diretto generando reazioni e contrasti.

    Oggi il rapporto con il suo capo è migliorato, ha acquisito maggiore autonomia ed è in grado di ottenere, di più rispetto a prima, informazioni e confronto dal suo manager.

  • Gestione collaboratori - Mi è capitato di seguire un Product Manager, settore beni di largo consumo, di 35 anni da otto anni fermo nella stessa posizione senza avanzamenti di carriera. Alcuni progetti gestiti, mi racconta, hanno avuto un esito fallimentare. In più, il suo manager non lo riteneva sufficientemente abile nell’invogliare, stimolare e gestire i propri collaboratori da proporgli avanzamenti. Abbiamo identificato alcune criticità nel suo approccio: eccessivo nervosismo, a volte troppo diretto nella comunicazione e basse capacità di sintonizzazione emotiva.

    Abbiamo messo a fuoco le situazioni che innescavano in lui reazioni inadeguate ed ha compreso gli effetti del proprio comportamento sui collaboratori. Oggi è più soddisfatto del proprio lavoro, meno irruento e sta acquisendo maggiori spazi di autonomia e responsabilità professionale.

  • Competizione tra colleghi - Mi è capitato di seguire un Trader internazionale di metalli in forte competizione con i venditori interni della sua azienda committente: si rivolge a me perché vorrebbe capire come meglio affrontare la situazione. L’ho aiutato a comprendere come le sue emozioni (rabbia e risentimento) gli stessero facendo perdere di vista i suoi obiettivi: stringere e consolidare il suo rapporto con il titolare e mantenere “in riga” i suoi competitor interni. Era anche risentito per il mancato riconoscimento del proprio impegno. Sentimento di cui non era pienamente consapevole.

    Aver compreso la propria modalità di reazione alla situazione e aver identificato altre modalità gli ha permesso di consolidare il proprio rapporto con il titolare e di riacquistare un rapporto sufficientemente collaborativo con i venditori dell’azienda.


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