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Fare il lavoro che piace in meno di 2 mesi: un caso reale

Woman profile portrait breathing deep fresh air on the beach with the ocean in the background

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Mi è capitato di seguire una persona presso il mio studio che, in meno di due mesi, è riuscita a fare il lavoro che più le piace inserendosi in un settore e in un ruolo di suo fortissimo interesse. La persona, una donna di 35 anni, mi porta una situazione di stallo in cui fa lavori saltuari per mantenersi avendo perso la precedente occupazione. Ha lavorato in passato come impiegata nel settore delle risorse umane, successivamente come addetta all’assistenza clienti, nell’ultimo periodo ha iniziato a dare ripetizioni private a studenti per cercare di mantenersi.  Sono evidenti sei segnali di stanchezza, sfiducia e la convinzione che il problema sia legato alla mancanza di lavoro. Da quando ha perso l’ultimo lavoro da dipendente ha provato a cercare lavoro mettendo in atto le tipiche strategie di chi, pur di lavorare inserisce piccole bugie sul curriculum, manda centinaia di curriculum o cerca/accetta lavori poco gratificanti e qualificati. Tutto senza o con scarsissimi risultati.

Fare il lavoro che piace: l’analisi inziale delle esperienze/competenze

Come ogni mio intervento iniziamo insieme ad analizzare le sue esperienze di lavoro. Emerge una modalità di gestione del proprio percorso professionale basato principalmente su opportunità fortuite più che sulla capacità di generare occasioni mirate. Si è laureata in scienze della formazione, ha svolto un master per le risorse umane riuscendo ad inserirsi nel settore. Poi per complicazioni legate ad un cambio della dirigenza esce dal settore delle risorse umane riuscendo ad trovare un occupazione come addetta all’assistenza clienti. Da circa 3 anni non ha più un occupazione stabile. Durante gli anni però mi dice che ha svolto sporadiche attività di volontariato con bambini/ragazzi problematici come educatrice e che tale settore fosse ciò che più la interessava davvero.

Fare il lavoro che piace: il nuovo obiettivo e la valutazione del suo livello di competitività/impiegabilità

Mi rendo che complessivamente potrebbe operare come educatrice o assistente didattica presso enti o scuole private e iniziamo insieme a verificare il suo livello di competenza in materia. Cioè le esperienze di vita/professionali/studio che la rendono competitiva nel settore educativo:

  • Si è laureata in scienze delle formazione
  • Ha svolto sporadiche esperienze di volontariato con ragazzi problematici/con patologie
  • Svolge ripetizioni private a studenti
  • E in grado di entrare facilmente in sintonia con i ragazzi (competenza trasversale)
  • Ha un interesse/passione autentica per il settore

Ritengo che tali esperienze/caratteristiche la rendano complessivamente competitiva e impiegabile e che potrebbe esser presa in considerazione da enti e società che si occupando di sostengo educativo e didattico con ragazzi. Non è certo un profilo solido di una persona con molta esperienza ma ci sono sufficienti elementi per tentare con buone probabilità di successo. Nessuno però prederebbe in considerazione il suo curriculum così com’è perché negli ultimi 15 anni non ha mai lavorato nel settore in modo strutturato, anzi, tutto il suo curriculum “parla” di attività nelle risorse umane presso aziende e addetta all’assistenza clienti. Senza i dovuti accorgimenti nessuno la chiamerebbe per un colloquio di lavoro. Lei si dichiara entusiasta e d’accordo con me nel volersi inserire nel settore educativo.

La comunicazione corretta del profilo professionale

La aiuto quindi a fare delle modifiche sostanziali al suo curriculum, non mentiamo ma valorizziamo le poche esperienze in linea con il nuovo obiettivo. La aiuto a definire un curriculum lineare che evidenzi alcune esperienze e non altre.  Definiamo poi una lettera di presentazione in grado focalizzare l’attenzione del lettore su alcuni aspetti del suo percorso professionale. Chiarifichiamo inoltre, che nonostante abbia operato in altri settori per molti anni, abbia comunque delle competenze spendibili nel settore didattico/educativo. Nella lettera non si pone mai ossequiosa e non ci sono formalismi “pomposi”. E’ chiara, netta e concreta.

Fare il lavoro che piace: la ricerca e i risultati

Prima di iniziare con la ricerca le fornisco ulteriori tecniche di ricerca del lavoro avanzate, tecniche per presentare la propria candidatura e per farsi ricevere per colloqui che pochi o nessuno conosce e utilizza.  Manda circa 20 mail di autocandidatura e risponde a circa 10 annunci. Le insegno anche a esplorare il suo settore per capire al suo interno, quali potrebbero essere le possibilità effettive, i requisiti per poter operare, le forme contrattuali e così via. Riesce così a contattare delle persone per iniziare a comprendere meglio il settore facendosi anche dei nuovi contatti.

Dopo circa un mese mezzo inizia a ricevere diverse chiamate: arriva a fare 8 colloqui in meno di 15 giorni. La aiuto a gestire la situazione (non si era mai trovata prima a fronteggiare una situazione simile). Le consiglio il modo di porsi e cosa dichiarare durante i colloqui. Alla fine, riceve più offerte contemporaneamente e ne accetta una come assistente didattica ritrovando serenità, slancio e inserendosi nel settore che più le interessava.

Questa persona è passata da una situazione di stallo, economicamente problematica ad una nuova situazione professionale questa volta in linea con i propri interessi. Ecco i passaggi che le hanno permesso di raggiungere questo risultato:

  • Ha analizzato le proprie competenze delineando meglio il proprio profilo professionale
  • Ha comunicato nel modo giusto il proprio profilo
  • Ha esplorato il settore recuperando informazioni e contatti
  • Ha seguito le sue passioni (risultando più convincente e determinata)
  • Ha svolto una ricerca del lavoro approfondita

 

Senza il mio intervento professionale la situazione difficilmente sarebbe cambiate e con un esito tanto positivo. Spesso non si è pienamente consapevoli né delle proprie competenze, né delle aree professionali che ci rendono competitivi. Allo stesso tempo non conoscere i meccanismi del mercato del lavoro può rendere propri sforzi infruttuosi con ricadute pesanti sulla situazione economica e sul morale. Aver analizzato la situazione e comunicato bene ha prodotto ottimi risultati.
Questa persona oggi ha risolto il suo problema, sta facendo un lavoro che le piace ed ha iniziato una nuova fase professionale e di vita. Ma da ora in avanti dovrà comunque gestire bene la situazione, ad esempio specializzandosi nel settore. Le ho consigliato ultimamente di fare una corso specialistico, acquisire nuove competenze nel settore didattico/educativo per aspirare a maggiore stabilità e crescita professionale.

Ecco come l’ho supportata concretamente, dall’analisi iniziale del percorso professionale alla firma del contratto di lavoro:

  • L’ho aiutata a comprendere dove potesse inserirsi con successo
  • L’ho formata ai meccanismi del mercato del lavoro e le dinamiche dei processi di selezione
  • L’ho aiutata a definire i propri strumenti di comunicazione (cv + lettera)
  • L’ho supportata nelle diverse fasi e nei momenti più impegnativi

 

La consulenza di carriera è un servizio in grado di aiutare le persone a trovare lavoro, riqualificarsi o sviluppare/cambiare la propria carriera. Attraverso una serie di incontri è possibile risollevare molte delle situazioni che, come in questo caso, sembrano perse in partenza. Qui trovi un articolo che spiega nel dettaglio le funzioni e i vantaggi della consulenza di carriera.

Se ti trovi in una situazione di stallo o vuoi cambiare lavoro contattami e raccontami la tua situazione. Sarò felice di darti maggiori informazioni e di fornirti le soluzioni alla tua situazione. Qui trovi i miei riferimenti.